Naspi e apertura partita IVA
a cura di Giacomo Scortichini
Naspi e partita Iva, cosa c'è da sapere.
Quando si è titolari dell’assegno Naspi, acronimo di Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego, è possibile aprire una partita Iva perché magari si vuole intraprendere una professione o perché si vuole aprire un’azienda individuale.
Dunque l’aver avuto accesso a questa misura di sostegno al reddito non è ostativo rispetto al lavoro autonomo.
E’ bene però ricordare che esistono degli impegni da assolvere e che l’assegno NASPI sarà inevitabilmente sottoposto ad una decurtazione:
Innanzi tutto bisogna aver presente che il limite consentito di reddito da lavoro autonomo è fissato in 4.800 euro sull’anno solare, quando si è titolare dell’assegno.
Inoltre il “titolare dell’assegno” deve comunicare all’INPS il “reddito presunto” non oltre i 30 giorni dall’apertura della partita IVA.
Per gli anni a venire entro il 31 gennaio, pena la sospensione dell’assegno sino ad avvenuta comunicazione.
Qualora tutti i requisiti richiesti dalla proceduta siano stati assolti, vi è comunque da ricordare che:
- La misura dell’assegno è pari al 75% della retribuzione media degli ultimi 4 anni:
(somma retribuzioni 4 anni diviso il numero delle settimane per 75%)
A questo importo verrà detratto l’80% del reddito presunto da lavoro autonomo.
A titolo esemplificati possiamo dire che:
Se la mia retribuzione media degli ultimi 4 anni ha generato un importo di 12.000 euro
L’importo annuo Naspi sarà pari al 75% di questo importo, cioè 9.000 euro
Se il reddito annuo da lavoro autonomo è stato di 3.800 sarà detratta l’importo dell’80% 3.040 euro
Dunque il reddito da naspi sarà pari a euro 5.960.
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