Obblighi fiscali nel e-commerce
a cura di Giacomo Scortichini
fiscalità nella vendita online
Nell’era del e-commerce spesso possiamo osservare la realizzazioni di piccole o meno piccole attività di vendita online.
Si tratta di veri e proprio negozi virtuali che attraverso la visibilità che si può assumere in rete, peraltro senza grandi investimenti, riescono a proporsi sul mercato di riferimento.
Questo proliferazione di commercio online è la risultante di uno sviluppo tecnologico che sta largamente mutando i comportamenti di acquisto dei consumatori non più determinati da una comunicazione di massa, bensì da una rinnovata volontà di essere acquirenti consapevoli che ricercano,
scovano, scoprono ciò che è più economico, fruibile e funzionale alle loro esigenze.
Direi un acquisto interattivo, dove il consumatore si interfaccia con questa mutevole e variegata realtà, finendo per determinarne le stesse politiche di vendita e di prodotto.
Una volta terminata la fase di progettazione ci troviamo immersi nella vendita.
E se ci troviamo nell’ambito della vendita vuol dire che stiamo sottoscrivendo dei contratti di compravendita, che sono contratti tipicamente consensuali a effetti reali, dove il bene si trasferisce con il semplice consenso dei contraenti.
La cosa da chiarire è quali saranno gli impegni fiscali che si andranno ad assumere in virtù degli introiti derivanti dalla vendita.
La risposta non può essere univoca ed è dunque necessario fare chiarezza, comprendere dove l nostra attività può essere realisticamente collocabile tra le seguenti tipologie:
1) L'attività di vendita non si configura come una “attività commerciale”
2) L'attività di vendita si configura come una “ attività commerciale” Occasionale
3) L'attività di vendita si configura come una “ attività commerciale” Abituale.
Andiamo ora a capire in quale di queste tre opzioni può andare a collocarsi la nostra ipotetica attività di vendita.
- Perché una attività di vendita non sia ritenuta “attività commerciale”(prima ipotesi) è indispensabile che l’elemento “vendita” sia rinvenibile nella “cessione saltuaria”, nella “cessione episodica”, insomma ciò che non deve assolutamente emergere è l’elemento di continuità di vendita, la ricerca del guadagno sistematico, in estrema sintesi non dovrà evidenziarsi nessun elemento di strutturalità commerciale e dunque di vendita.
Ad esempio, se ci limitiamo a vendere una nostra vecchia bicicletta, i nostri vecchi dischi o un vestito in cui non entriamo più, o un portachiavi da noi prodotto, o più genericamente beni usati, stiamo nella “cessione una tantum”.
Tradotto fiscalmente significa che il reddito che ne deriva non rientra tra le fattispecie tassabili, e
non deve dunque essere inserito nella dichiarazione dei redditi;
inoltre nella ipotesi di “ non configurabilità della attività commerciale” è esclusa l’apertura della partita IVA
appunto per mancanza del requisito soggettivo, vale a dire che la nostra non è una attività di vendita meritevole di tali oneri.
La sola cosa che non dobbiamo mai dimenticare è che l’Agenzia delle Entrate controlla i movimenti sia entrata che in uscita dei nostri conti correnti e dunque potrebbe chiedere conto di questo ipotetico introito, di questo imprevisto arricchimento patrimoniale; in questo caso è sufficiente essere in possesso di un semplice contratto di compravendita che dimostrerà la lecita provenienza di tali importi.
-Perché l’attività di vendita rientri nell’ambito delle “attività commerciali occasionali”( seconda ipotesi) bisogna essere in grado di dimostrare una saltuarietà della attività; ad esempio allestire un sito internet e offrire prodotti o servizi ai potenziali clienti non può essere ritenuta una attività occasionale, perché manca di quell’elemento di discontinuità che rende, appunto, occasionale la vendita.
E’ però possibile utilizzare la pagina facebook per far conoscere al pubblico le tue opere artigianali, senza però mostrare il relativo prezzo.
Dunque cominciamo con l’escludere il volume d’affari come elemento distintivo, anche se per questo tipologia di attività di vendita non è possibile superare la soglia annua dei 5.000 euro, perché le ragioni dell’occasionalità vanno ricercate nella vendita episodica, magari in un attività aperta un solo giorno la settimana, o nella volontà di ripulire la nostra affollata soffitta, o magari perché il nostro hobby ci pone nella condizione di poter vendere i lavori artigianali da noi realizzati.
In questa fattispecie siamo nell’ambito dei cosiddetti
“redditi diversi” i cui ricavi devono essere tassati al netto delle eventuali spese sostenute.
L’attività commerciale occasionale, è pertanto soggetta ad IRPEF
e non lo è ai fini IRAP e IVA.
Quindi, non è necessario istituire i relativi registri ed emettere fattura.
Tuttavia, è necessario emettere una ricevuta non fiscale per ogni importo incassato, esattamente come accade per i lavori saltuari e occasionali; bisogna ricordare che se il valore della ricevuta è superiore a 77,47 euro, dovrà essere apposta la marca da bollo del valore di 2 euro.
-Perché l’attività di vendita si configuri nell’abito delle "attività commerciali abituali "( terza ed ultima ipotesi) sono necessari gli elementi di continuità e sistematicità, elementi in grado di rappresentare un vero e proprio “reddito d’impresa”, con tutto ciò che da questo ne consegue.
-La prima cosa da fare è aprire la Partita IVA, che comporterà l’obbligo di tassazione del reddito d’impresa ai fini IRPEF e IRAP
- Poi iscriversi al registro delle imprese
- Iscriversi all’Inps
- Effettuare la segnalazione certificata di inizio attività (SCIA commercio online)
La vendita online rientra a pieno titolo nella configurazione fiscale d’impresa e in questo ambito esiste l’obbligo per i “Marketplace online”
( che sono siti di intermediazione per la compravendita che hanno la funzione di costruire una sorta di “supermercato virtuale” inserendo al proprio interno diversi marchi in un unico gestore)
dicevo hanno l’obbligo di comunicare sistematicamente all’Agenzia delle Entrate i movimenti di vendita della e-commerce allo scopo di porre sotto controllo questo tipo di attività che sta assumendo un grande peso all’interno dell’intermediazione commerciale e che spesso, attraverso la sua immaterialità, ha assunto connotati molto sottostimati rispetto alle proprie possibilità.
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