Esenzione IMU per scuola parificata.

Se l'agire didattico non ha scopo commerciale.

La Commissione Tributaria Regionale del Friuli con sentenza n. 199/1 del 12 settembre 2022 si era espressa in ragione alla esenzione IMU relativamente ad una scuola parificata.
Nel giudizio di primo grado la Commissione Tributaria Provinciale di Trieste aveva sostenuto che il pagamento di rette scolastiche fosse, di per se, una evidente dimostrazione che l'esercizio operasse con modalità commerciali, essendo escludibile lo scopo imprenditoriale solo quando l'attività fosse stata svolta a titolo interamente gratuito.
La mancanza di gratuità, secondo tale interpretazione, faceva decadere la vocazione “non commerciale” e dunque la possibilità di non essere assoggettati alla tassazione IMU.
Ciò che doveva essere dunque accertato è se quella attività rientrasse o non rientrasse tra le attività commerciali e dunque se fosse meritevole o meno di usufruire di tale esenzione.
La scuola parificata ha proposto appello alla Commissione Regionale Tributaria del Friuli Venezia Giulia.
I Giudici accolgono la domanda perché se il presupposto per l’esenzione all’assoggettamento a IMU è riferibile ad attività didattica finalizzata all’adempimento di scopi sociali e erogata attraverso modalità di esercizio dell’attività non commerciale, l’immobile che la ospita tale attività ne ha diritto.
L’ istituto in trattazione infatti, spiegano i giudici,  non ha natura societaria né commerciale, inoltre l'immobile è di fatto adibito principalmente a residenza delle religiose e ad attività di culto.
Per quanto riguarda le rette le stesse rappresentano solo un contributo del costo complessivo ben più consistente rispetto a quanto ricavato dalle rette e dai finanziamenti pubblici.
Inoltre, dalla verifica dei bilanci si evince che l'attività é in perdita, nemmeno in pareggio, nonostante le sovvenzioni statali e il contributo spese costituito dalle rette suddette, e questo è lì a dimostrare la natura non commerciale e dunque meritevole di esenzione IMU.