Lesioni dolose durante gara sportiva
a cura di Giacomo Scortichini
Tizio colpisce volontariamente Caio al solo scopo di creargli un danno fisico.
Se durante una competizione sportiva Tizio colpisce Caio intenzionalmente ad esempio con un pugno, senza che sussista nessuna correlazione tra l’evento lesivo e la competizione sportiva, Tizio risponderà di lesioni dolose.
Il deprecabile comportamento non ha infatti nessun elemento finalizzato ad incidere sull’andamento della competizione e pertanto non può essere “assorbito” all’interno di un agonismo, che pur esistendo, non si può certo esercitare nelle cosiddette “aree morte”, cioè lontano dall’azione di gioco e in forme che non possono comunque creare un vantaggio all'una o all'altra squadra.
Quindi tutti gli atti di violenza che non mostrano una attinenza, neppur marginale con l’evento sportivo, vanno stigmatizzati come atti meramente lesivi e non di gioco, perché nulla hanno a che vedere con la competizione sportiva e dunque vanno collocati all'interno di una condotta meramente violenta, tesa a procurare un danno fisico alla vittima e dunque ad alterare l'incolumità fisica del soggetto offeso.
Per cui Tizio risponderà penalmente ed eventualmente civilmente, qualora il danno mostri una qualche rilevanza sia da un punto di vista fisico che psichico, della sua condotta violenta.
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