Droga, uso personale o spaccio
a cura di Giacomo Scortichini
Come definire l'uso personale di stupefacenti.
Come abbiamo potuto rilevare dal recentissimo voto in commissione giustizia a favore della, seppur limitata, coltivazione domestica di cannabis, emerge la volontà del legislatore di voler meglio delineare e diversificare i casi di "uso personale" da quelli di "spaccio"; da un lato con un parziale accoglimento “culturale” relativamente all’uso personale, dall'altro attraverso un rilevante inasprimento delle pene per chi si rende responsabile del reato di spaccio di droga.
Dunque chiunque assume sostanze stupefacenti o psicotrope incorre in sanzioni non penali, perché lo scopo è quello di contenere il fenomeno, per evitare pregiudizi alla salute del singolo, e limitare gli effetti sociali.
A questo punto quello che dobbiamo necessariamente chiarire è cosa si intende e come si definisce l’uso personale.
A fondamento di questa determinazione dell'esclusivo fine ad “uso personale” e non di “spaccio”, sono posti due criteri:
1) La quantità, è chiaro che il “consumo personale” suggerisce un quantitativo modesto, appunto bastevole al singolo possessore.
Esistono delle tabelle elaborate dal Ministero della Salute di concerto con il Ministro della giustizia, che a secondo della sostanza stupefacente o psicotropa, ne riporta le quantità massime consentite, perché si possa parlare di "uso personale":
- Eroina 1,7 grammi
- Cocaina 1,6 grammi
- Cannabis (Marijuana e Hashish) 5 grammi
- Ecstasy 5 compresse
- Anfetamina 5 compresse
- Lsd 3 francobolli.
2) Il confezionamento, e la valutazione oggettiva del soggetto.
Se il confezionamento dei stupefacenti richiama la composizione di un dosaggio, se il soggetto ispezionato è in possesso di una rilevante quantità di banconote, generalmente non perfettamente conservate, se dalla sua condotta emergano richiami ad una equivoca interrelazione con il territorio; allora in questo caso, anche in presenza di una modica quantità, si potrebbe presupporre che le sostanze non siano destinate ad esclusivo “uso personale”, il cui compito di dimostrarlo resta però in capo all’accusa.
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