Abbandono genitore non autosufficiente

a cura di Giacomo Scortichini

Assistere un genitore in difficoltà è un obbligo legale.

Si dice che una madre è buona per dieci figli e dieci figli non sono buoni per una madre.
Purtroppo
a volte è così, sarà la presunta onnipotenza giovanile, o l’incapacità di immaginarsi un domani vecchi, ma questa società del denaro tende a dimenticare i più bisognosi, le persone particolarmente fragili.
L’articolo 591 del codice penale dice che “
Chiunque abbandona una persona minore degli anni quattordici, ovvero una persona incapace, per malattia di mente o di corpo, per vecchiaia, o per altra causa, di provvedere a se stessa, e della quale abbia la custodia o debba avere cura, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni”.
La norma ovviamente trascende gli aspetti affettivi, l’amore genitoriale, la comprensione e la pazienza verso chi vive un difficile e penoso momento della vita, perché se tali sentimenti fossero presenti e vivi nell’animo umano la norma non opererebbe mai.
Il dispositivo di legge
invece impone a “ chiunque debba aver cura” di provvedere alle persone non più in grado di vivere in modo autonomo, quelle persone incapaci di compiere gli atti quotidiani della vita, quelle non più in grado di autodeterminarsi e per questo costantemente bisognose di cure e di essere sottratte ai tanti possibili pericoli.
Pur non essendo possibile imporre per legge il rispetto verso i nostri cari, verso chi ha speso la sua esistenza ad occuparsi dei nostri affanni, credo che meritino una vita degna di essere vissuta, meritino di sapere che i loro sacrifici sono serviti a crescere delle persone coscienti e riconoscenti.
Queste sono norme avvilenti, poste a tutele di una esistenza indegna, così come lo è l’articolo
433 del codice civile che definisce un’astratta, quanto ampia cerchia di obbligati a prestare gli alimenti nell’ordine così definiti:

-il coniuge;

-i figli legittimi o legittimati o naturali o adottivi anche adottivi, e, in loro mancanza, i discendenti prossimi ,anche naturali;

- i genitori e, in loro mancanza, gli ascendenti prossimi; gli adottanti;

- i generi e le nuore;

- il suocero e la suocera;

- i fratelli e le sorelle germani o unilaterali, con precedenza dei germani sugli unilaterali.

Essere costretti ad imporre per legge di sfamare il proprio genitore, è la rappresentazione del fallimento di qualunque società.
Una graduale sussidiarietà che indaga ogni ambito al fine di scongiurare l’impossibilità di provvedere al sostentamento del bisognoso.

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