Il cambio merce nel codice del consumo

a cura di Giacomo Scortichini

Cambiare la merce in negozio è un diritto.

E’ bene subito precisare che “ Il cambio merce nel singolo negozio o in una catena non è un obbligo di legge”, ma una cortesia del commerciante che ne determina modi e tempi, a sua totale discrezione.
Generalmente se sussiste la volontà del negoziante, perché la cosa rientra in una sua politica commerciale, negli Stati Uniti diffusissima, basta esibire lo scontrino, o la ricevuta del bancomat.
Ma quali sono le motivazioni che più di altre ci conducono a questa scelta: La taglia sbagliata, un ripensamento o perché non piace al nostro compagno.
Cosa ben diversa è se il prodotto presenta delle imperfezioni o difformità dalla sua discrezione.
In questo caso agisce l’articolo 130 del codice del consumo
:
- Il venditore è responsabile per qualsiasi difetto di conformità esistente al momento della consegna del bene.
-
In caso di difetto di conformità, il consumatore ha diritto al ripristino, senza spese, della conformità del bene mediante riparazione o sostituzione,o ad una riduzione adeguata del prezzo o alla risoluzione del contratto.
- Il consumatore può chiedere, a sua scelta, al venditore di riparare il bene o di sostituirlo, senza spese in entrambi i casi.
- Le riparazioni o le sostituzioni devono essere effettuate entro un congruo termine dalla richiesta e non devono arrecare notevoli inconvenienti al consumatore, tenendo conto della natura del bene e dello scopo per il quale il consumatore ha acquistato il bene.
7. Il consumatore può richiedere, a sua scelta, una congrua riduzione del prezzo o la risoluzione del contratto ove ricorra una delle seguenti situazioni:
1) se la riparazione e la sostituzione sono impossibili o eccessivamente onerose;
2) se il venditore non ha provveduto alla riparazione o alla sostituzione del bene entro il termine congruo;
- Nel determinare l'importo della riduzione o la somma da restituire si tiene conto dell'uso del bene.
- Dopo la denuncia del difetto di conformità, il venditore può offrire al consumatore qualsiasi altro rimedio disponibile;
- Un difetto di conformità di lieve entità per il quale non è stato possibile o è eccessivamente oneroso esperire i rimedi della riparazione o della sostituzione, non dà diritto alla risoluzione del contratto.
I termini per denunciare la mancanza di conformità sono di 2 mesi e devono essere conteggiati da quando il consumatore è venuto a conoscenza del vizio, resta dunque irrilevante la data d’acquisto.
Nel caso in cui l’acquisto sia effettuato online il diritto di recesso è disciplinato dall’articolo 52 del codice del consumo.
Il consumatore dispone di un periodo di quattordici giorni per recedere da un contratto a distanza o negoziato fuori dei locali commerciali senza dover fornire alcuna motivazione e senza dover sostenere costi compresi quelli di consegna.
Il
periodo di recesso termina dopo quattordici giorni a partire:

- nel caso dei contratti di servizi, dal giorno della conclusione del contratto;

- nel caso di contratti di vendita, dal giorno in cui il consumatore o un terzo, diverso dal vettore e designato dal consumatore, acquisisce il possesso fisico dei beni o:

- nel caso di beni multipli ordinati dal consumatore mediante un solo ordine e consegnati separatamente, dal giorno in cui il consumatore o un terzo, diverso dal vettore e designato dal consumatore, acquisisce il possesso fisico dell'ultimo bene;

- nel caso di consegna di un bene costituito da lotti o pezzi multipli, dal giorno in cui il consumatore o un terzo, diverso dal vettore e designato dal consumatore, acquisisce il possesso fisico dell'ultimo lotto o pezzo;

- nel caso di contratti per la consegna periodica di beni durante un determinato periodo di tempo, dal giorno in cui il consumatore o un terzo, diverso dal vettore e designato dal consumatore, acquisisce il possesso fisico del primo bene;

- nel caso di contratti per la fornitura di acqua, gas o elettricità, quando non sono messi in vendita in un volume limitato o in quantità determinata, di teleriscaldamento o di contenuto digitale non fornito su un supporto materiale, dal giorno della conclusione del contratto.
Le parti del contratto possono adempiere ai loro obblighi contrattuali durante il periodo di recesso. Tuttavia, nel caso di contratti negoziati fuori dei locali commerciali, il professionista non può accettare, a titolo di corrispettivo, effetti cambiari che abbiano una scadenza inferiore a quindici giorni dalla conclusione del contratto per i contratti di servizi o dall'acquisizione del possesso fisico dei beni per i contratti di vendita e non può presentarli allo sconto prima di tale termine.

Come funziona il cambio durante i saldi?
A volte, durante i saldi, i negozi non cambiano la merce scontata o riducono il tempo disponibile per il cambio.
Possono farlo, per questa ragione è sempre meglio chiedere al commerciante qual è la politica di cambio nel periodo di saldi.

In Italia come funziona? Alcune catene propongono il Vuoi provarlo a casa?”
Ti informano che è possibile provare a casa gli articoli che desideri e, se non sono di tuo gradimento, è possibile chiedere il rimborso nello stesso negozio di acquisto o il cambio in qualsiasi negozio d’Italia.
Il cambio o il rimborso possono essere effettuati entro 30 giorni dalla data riportata sullo scontrino di acquisto”.
Sono politiche affidate alla volontà dei singoli esercenti applicabile purché la richiesta di cambio, in caso di catene, avvenga nello stesso store in cui si è effettuato l’acquisto”.

Se invece c’è un difetto si applicano le medesime tutele sopra indicate e relative al Codice del Consumo all’articolo 130 .

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