Figli e Assegno Unico, Legge 46 del 2021

a cura di Giacomo Scortichini

Sostegno alla natalità o al reddito?

La Ratio della norma, entrata in vigore con il 2022, è quella di ricercare una misura che possa contenere le tante e dispersive misure di sostegno al reddito con un approccio che sappia concentrare in se una proliferazione di interventi, per darne una lettura d’insieme che meglio interpreti i reali bisogni dei richiedenti.
Nella giungla del welfare le politiche risultano frammentate e disomogenee, in ogni caso non in grado di contrastare il fenomeno della denatalità.
I trasferimenti monetari diretti ( assegni) o indiretti ( detrazioni fiscali) sono sempre stati parte integrante di un sorta di “ riconoscimento sociale” a coloro che decidono di mettere al mondo dei figli.
Purtroppo la crisi economica e la pandemia hanno creato altri spazi di povertà e conseguentemente spinto la misura ( Assegno Unico) non tanto nella direzione di sostegno alla natalità quanto verso un sostegno al reddito.
Questa misura sostituisce gli assegni al nucleo familiare e assegni familiari, l'assegno ai nuclei familiari con almeno tre figli minori riconosciuti dai comuni, l’assegno di natalità e premio alla nascita.
Nell’assegno unico, l’elemento che ne determina la natura e la misura di sostegno al reddito è la stretta correlazione con le tabelle “Isee”; dunque gli importi percepiti saranno determinati dal reddito famigliare, anche se comunque nessuno ne resterà completamente escluso.
Il range di erogazione abbraccia i nuclei familiari con un reddito inferiore 15mila, il che gli consentirà di ottenere il massimo dei benefici, di contro oltre i 40mila si avrà comunque diritto all’importo minimo.
L’assegno unico per i figli verrà erogato a fronte di una domanda a partire dal gennaio 2022.
I lavoratori dipendenti, quelli autonomi possono richiedere di accedere al beneficio, che varierà, nella sua misura, anche per il numero dei componenti del nucleo familiare.
Come già anticipato, unitamente alla domanda dovrà essere allegata la “dichiarazione Isee”.
Avranno accesso alla misura anche tutti i residenti da almeno due anni, compresi i cittadini extracomunitari.
Dunque la numerosità e l’Isee determinano la misura, il cui fine potrebbe essere la socializzazione dei costi di natalità, unitamente ad una redistribuzione della ricchezza.
Infatti l’assegno unico 2022 spetta a tutti ma sono previste una serie di maggiorazioni, principalmente in base al numero di figli e alla presenza di disabili, si terrà conto anche se entrambi i genitori lavorano, visto i problemi di ordine logistico che tale condizione può generare. E’ infatti del tutto evidente che il medesimo reddito, ottenuto con un solo lavoratore oppure con entrambi i genitori lavoratori, non sono meritevoli di identiche tutele.
Tra i requisiti premiali c’è quello anagrafico, le mamme di età inferiore ai 21 anni hanno diritto a una maggiorazione di 20 euro al mese indipendentemente dall’Isee.

A partire dal terzo figlio, poi, è prevista una maggiorazione per l’assegno unico 2022 tra i 15 e gli 85 euro a figlio in base all’Isee, mentre per i nuclei con 4 figli o più è prevista un’ulteriore maggiorazione forfettaria da 100 euro al mese. Se entrambi i genitori lavorano e l’Isee è basso, si avranno altri 30 euro in più, che si azzerano oltre i 40mila euro.

​Gli importi dell’assegno unico per i figli
A conti fatti con un Isee fino a 15mila euro riceverà 175 euro al mese con un figlio, 350 con 2 e 610 con 3 e 970 con 4 (la cifra sale a 1.090 euro al mese se entrambi i genitori lavorano, con 30 euro per 4 figli, 120 euro in più).

A questa cifra vanno aggiunti i 20 euro al mese a figlio in caso di mamma under 21.
I nuclei che superano i 40mila euro di Isee invece riceveranno per l’assegno unico 50 euro al mese con un figlio, 100 euro con due figli, 165 euro con tre figli, 330 euro con 4 figli. Anche in questo caso vanno aggiunti i 20 euro a figlio se la mamma ha meno di 21 anni mentre non viene prevista la maggiorazione per entrambi i genitori lavoratori.

La durata della misura va dal settimo mese di gravidanza sino al ventunesimo anno di età, con l’eccezione per le famiglie che hanno figli disabili che riceveranno l’assegno unico senza limiti di età.

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